PICNIC ALLA CASA DEI FANTASMI

CASA BAI

VIA BRAVO LIVIO 17 - GAVIRATE (VA)

DOMENICA 22 GIUGNO 2014

DALLE 12 ALLE 20

 

 

 

In treno: FNM - Stazione Ferrovie Nord FNM Gavirate

(uscita dal sottopassaggio verso via Sanvito)

In auto da Milano: Autostrada A8  Uscita Azzate-Buguggiate poi SP 1

Dal centrocittà imboccare Viale Verbano e poi la prima a desta Via Buzzi.

Presso il fantasma del Cinema Eden trovate ampio parcheggio.

Altro parcheggio consigliato è quello della  Stazione FNM Gavirate (Via privata Sanvito)

 

 

a cura di

Giovanni Bai/museoteo+ & Ermanno Cristini/riss(e)

con

Giovanni Bai, Cesare Biratoni, Carlo Buzzi, Vincenzo Cabiati, Ermanno Cristini, Oppy De Bernardo, Roberto De Luca, Tiziano Doria, Diana Dorizzi, Carolina Gozzini, Klaus Guldbrandsen,  E.B. Hasselbaker, Nicoletta Meroni, Microcollection, Yari Miele, Chiara Mu, Federica Pamio, Vera Portatadino, Luca Scarabelli, Mario Tedeschi, Aline Wragg Vincenzi, Margaretha Zelle e la partecipazione straordinaria di Zio Busker.

 

 

Domenica 22 giugno 2014 MUSEOTEO+ e RISS(E) hanno organizzato un PICNIC ALLA CASA DEI FANTASMI.

Secondo atto di un progetto in divenire, l’evento ha luogo in una casa privata, densa di storia e di ricordi secondo la tradizione di Muse Teo, che iniziava la sua attività nel 1990 con una riflessione sullo spazio e la memoria in una casa ormai vuota, dove c’era solo “quello che resta quando non resta niente” (Georges Perec)

La casa di Gavirate, invece,  è piena di mobili e di cose, oltre che di fantasmi e di memoria, tra cui si inseriscono e si nascondono  le opere, da scoprire nella penombra con l’uso delle pile. E visto il numero degli artisti che hanno accettato di partecipare, la casa sarà letteralmente  farcita, così come le nostre pance.

Il picnic, invece, è in giardino, all’ombra del tiglio e al cospetto di un maestoso abete, e lì si mangia e si beve, perché l’arte se non è una festa…  (“La rivoluzione sarà una festa o non sarà” si diceva quando i curatori erano giovani…)

Finito il picnic si smonta la mostra, che dura il tempo della inaugurazione, proprio della pratica di Museo Teo, ma anche di Roaming. Come in un picnic che si rispetti ci si porta il cestino con la propria merenda, magari le tovaglie a quadri, ma per imbandire la tavola. I plaid, forse, non servono…

Non dimentichiamo  la mostra: lo  spirito di Georges Perec, di  Aby Warburg e di Giulio Carlo Argan aleggia sui lavori di Giovanni Bai, Cesare Biratoni, Carlo Buzzi, Vincenzo Cabiati, Ermanno Cristini, Oppy De Bernardo, Roberto De Luca, Tiziano Doria, Diana Dorizzi, Carolina Gozzini, Klaus Guldbrandsen,  E.B. Hasselbaker, Nicoletta Meroni, Microcollection, Yari Miele, Chiara Mu, Federica Pamio, Vera Portatadino, Luca Scarabelli, Mario Tedeschi, Aline Wragg Vincenzi e Margaretha Zelle.

Indizi, tracce del tempo,quotidiano e senso dell’attesa,apparire e disparire, fotografie, quadri, installazioni site-specific: «e poi le pile fanno luce dove vuoi tu, le dirigi, le orienti e decidi che cosa escludere dalla tua vista e su che cosa fissare lo sguardo [per] ritrovare i nostri fantasmi personali, collettivi, del passato, del presente costantemente presente e del tempo che verrà» (Nicoletta Meroni).

Special guest Zio Busker, musicista di strada, che realizzerà dal vivo la colonna sonora della giornata!

 

http://museoteo.blogspot.it/2014/06/picnic-haunted-house.html

 

 

 

On Sunday 22nd June 2014 in Gavirate (VA) MUSEOTEO+ and RISS(E) present the exhibition PICNIC @ THE HAUNTED HOUSE.

 

Curated by Giovanni Bai/museoteo+ & Ermanno Cristini/riss (e), PICNIC @ THE HAUNTED HOUSE is the second act of an ongoing project. The event takes place in a private house, full of history and memories, following the tradition of Museo Teo, who started his activity in 1990 questioning space and memory in an almost empty house, where there was only "that which remains when there is nothing left" (Georges Perec).

 

The house in Gavirate, however, is full of furniture and things, as well as ghosts and memory. The works are displayed and concealed, to be discovered in the dim light with the help of torchlights. The picnic takes place in the garden, in the shade of a linden tree and in the presence of a majestic fir. When the picnic is over, the exhibition will be disassembled. It will have lasted just the time of the inauguration, as usually happens with Museo Teo events, but also in occasion of Roaming.

 

The show features works by: Giovanni Bai, Cesare Biratoni, Carlo Buzzi, Vincenzo Cabiati, Ermanno Cristini, Oppy De Bernardo, Roberto de Luca, Tiziano Doria, Diana Dorizzi, Carolina Gozzini, Klaus Guldbrandsen, E.B. Hasselbaker, Nicoletta Meroni, Microcollection, Yari Miele, Chiara Mu, Federica Pamio, Vera Portatadino, Luca Scarabelli, Mario Tedeschi, Aline Wragg Vincenzi and Margaretha Zelle.

 

Clues, traces of time, everyday life and a sense of expectation, appearing and disappearing, photographs, paintings, site-specific installations… The spirit of Georges Perec, Aby Warburg and Giulio Carlo Argan hovers on all the works.

"And then flashlights [that] make light where you want it. You can direct them and decide what to exclude from your sight and what to focus on, [to] meet again our personal and collective ghosts, those of the past, those of 'the-so-present present', and those of the time to come. "(Nicoletta Meroni).

 

Special guest Zio Busker, street musician, who will compose live the soundtrack of the event.

 

MUSEO TEO ALLE FALDE DEL CAMPO DEI FIORI

Sopra il Vulcano titolava Museo Teo, inaugurando la nuova sede all’angolo tra via Stromboli e Piazza Vesuvio, con un omaggio a Malcom Lowry. Dal vulcano che lo scrittore vedeva dalla città di Quauhnahuaccon, alle falde di una montagna dal nome idilliaco ma dalle pareti scoscese e dai boschi in alcuni tratti ancora impenetrabili. Siamo alle falde del Campo dei Fiori, ma il pensiero corre subito alle falde del Kilimandjaro, la montagna cantata nel 1967 da Pascal Danel, poi un bel film e un terribile format televisivo… Sì, il Campo dei Fiori è il nostro piccolo, mitico Kilimandjaro: da piccoli l’ascensione al Forte di Orino poteva sembrare la mitica ricerca alla ricerca della Vallée di Barbet Schroeder, ma rifarla oggi non è proprio una passeggiata e appena arrivi sei circondato da una nuvola di mantidi religiose. Siamo arrivati qui sulle tracce di Giovanni  Bai sr (1986-1956); i bombardamenti del 1942 hanno spinto chi può a sfollare la famiglia via da Milano e così torna nel luogo di origine della famiglia (i Bai  - con la i corta - sono di Gavirate, gli altri, i classici Baj con la j sono di Vergiate e Cantello: una minoranza della minoranza, direbbe Nanni Moretti). Alla fine della guerra diventerà il luogo di villeggiatura, dove portare i nipoti che sono nati nel frattempo:  all’inizio degli anni cinquanta comprerà una casa colonica, anche se lui non la godrà molto quella casa. Gavirate fu il luogo del confino di Scalarini, la patria di elezione di Giovanni Morselli; vi  visse e lavorò Gianni Rodari. Nessuno, però, era nato lì… a pochi chilometri è nato Dario Fo, ma sembra caso isolato. Rodari veniva dall’altra sponda del lago Maggiore, ma approdò a Ranco, maestro elementare: la sua supplente Piera Perdoni da Angera  - che insegnò poi nei monti più isolati da Casale Litta a Roggiano -  transitò da queste parti via matrimonio e via ha passato le estati fino a pochi anni orsono, e i suoi  lavori di cucito sono i fantasmi più percepibili che popolano questa casa, insieme con i colori  originali  riaffiorati – insieme con la memoria delle origini – e che hanno frenato il progetto di imbiancare tutto. Due stanze  arredate  con vecchi mobili e quadri di nessuna importanza se non per la loro memoria sono l’ambiente che ospiterà gli interventi degli artisti di Museo Teo e dei loro amici, all’ombra di un tiglio e al cospetto di un maestoso cedro del Libano che mio padre, l’unico figlio maschio, piantò per me verso la fine delle scuole elementari.

(Giovanni Bai jr)